Il 21 giugno 2018 ha rappresentato l' anno zero della Storia dell' Arte, sono crollati dogmi e credenze erronee di quanti detenevono il monopolio sulla vita e sulle opere di un genio universale, Lionardo da Vinci di Vinci, il primo dato che salta all' occhio e che sbugiarda quella elite di suoi pseudo conoscitori i cui nomi sono arcinoti e che pretendono di far diventare un Leonardo quello che non lo è mai stato o viceversa ridurre in briciole un opera vera di Leonardo sol perchè non è passata fra le proprie mani o ancor peggio per il fatto che quell' opera ha sconfessato le proprie false tesi diffuse a riguardo, prime fra tutte quelle di un Professore emerito britannico che ha di recente caffè caffè caffè caffè espresso due assiomi a dir poco stravaganti al fine di invalidare un Opera autentica di Leonardo: "...la conoscenza empirica afferma che Leonardo non firmava e se l' Opera è firmata non è di Leonardo" il secondo assioma è stato il seguente: "...non è possibile che una piastrella sia sopravvissuta integra a circa 500 anni di vita, se è integra non l' ha fatta Leonardo", come dire che tutti i manufatti dei Della Robbia solo perchè integri dopo cinque secoli non possono essere dei Della Robbia auentici. Dicasi la stessa cosa dei vasi Ming cinesi o dei buccheri magno greci se ancora integri, se invece sono ridotti in cocci probabilmente sono autentici per l' emerito Professore di oxford che con un tempismo raccapricciante ha esordito su la stampa di casa sua, ridicolarizzado ciò che non gli è passato e non gli potrà mai passare per le mani. Il 21 giugno scorso presso la Sede Centrale della Associazione della Stampa Estera in Roma è stato presentato alla Stampa specializzata di tutto il Mondo il primo dipinto in assoluto di Lionardo da Vinci recante la data 1471 i numeri 72 e 52 unitamente alla firma da Vinci lionardo, oltre alla siglaLDV ib. La Conferenza Stampa iniziata alle 11 si è cnclusa alle 14 circa, i due relatori, il Prof. Ernesto Solari Storico dell' Arte di fama mondiale e la Dott.ssa Ivana Rosa Bonfantino, Consulente Grafologa di fama internazionale specialista della scrittura leonardiana, sono stati oltremodo esaustivi nelle reciproche relazioni rispondendo poi in maniera puntuale a tutte le articolate domande poste dai tanti giornalisti accreditati accorsi per l'evento. Sono trascorsi 18 giorni di totale silenzio degli arcinoti super esperti in prticolare quelli italiani che rispetto alla notizia propalata con immediatezza in tutti i continenti del nostro pianeta Terra, sono rimasti in rispettoso silenzio, necessario a metabolizzare, studiare, riscontrare al fine di compredere fino in fondo l' eccezionalità di una simile scoperta, trattasi di serietà e rispetto nei confronti dell' Arte da parte di quanti la amano davvero tanto da averne fatto la propria ragione di vita; parliamo di Studiosi del calibro di Marani, Fiorio, Natali, Gregori, Sgarbi, Galluzzi, per citarne alcuni, tutti loro sono restati intenti a comprendere fino in fondo l' "enormità" profilatasi al orizzonte della Storia del Arte Universale, Studiosi non soltanto estrmamente responsabili ma anche avveduti al punto di aver subito compreso che questa volta con l' "Arcangelo Gabriele" di Leonardo non può ricorrere la solita disputa attributiva, trattandosi di un Opera Autenticata essendo firmata lascia ben poco spazio ad un dibattito stilistico/attributivo ma offre soltanto due sole possibilità di pronunciamento, bianco o nero, ossia riconoscere che l' Arcangelo Gabriele è un autentico Leonardo da Vinci o al contrario il sostenere che trattasi di un falso Leonardo da Vinci, ma per farlo a cuor leggero è indispensabile che sia falso per davvero; per cui allo stato attuale è assolutamente un Leonardo autentico salvo prova contraria, ma ovviamente tutti gli eminenti Critici citati e non solo loro nutrano la segreta speranza di essere finalmente al cospetto dell' opera omnia di Leonardo da Vinci.
Tornando a questioni più serie è pur vero che negli ultimi anni si è assistito a diverse scoperte eclatanti relative a Leonardo, che puntualmente hanno cagionato liti tra gli studiosi ed attribuzioni decisamente diivisive, se prova a chiedersi il perchè di tutto ciò! La risposta è scontata. infatti le attribuzioni vengono effettuate solo su base prettamente stilistica e perché, sempre più spesso, avvolte talii attribuzioni risultano essere un sotterfugio finalizzato a promuovere mostre, eventi e restauri sponsorizzati.
E' ovvio che alcune smentite sono frutto di mera gelosia da parte di chi è restato fuori dal grande circo mediatico; la storia dell' Arte si ritrova quindi banalizzata da chi è incapace di accettare nuovi protagonisti e nuove motivazioni che oggi fanno la loro parte nel panorama artistico contemporaneo.
In merito alle attribuzioni controverse potrebbe essere bastevole non trascurare gli esiti scientifici affidandoci sempre meno al solo "occhio" del critico d'arte coadiuvarlo con sofisticate tecnologie basate sulla identificazione tramite comparazione d' immagine esattamente le stesse in uso nelle polizie di tutto il mondo al fine di individuare un volto fra miliardi di esseri viventi, per comprenderci una specie di ricerca tramite immagini Gogle, semplice veloce ed infallibile.
A sorpresa di recente, in merito alla recente scoperta del "Arcangelo Gabriele" di Leonardo il "Cacciatore Vinciano" A. Vezzosi avrebbe dichiarato di condividere quanto detto da (Martin Kemp) che attribuisce attendibilità zero alla notizia.
Kemp e Vezzosi hanno un pugno di mosche in mano per cui si è adeguato facendo proprio il "negazionismo"ws in danno del dipinto e della autenticità dello stesso del inglese Martin Kemp che è il Re dei "Cacciatori Vinciani" con l' attenuante di essere inglese e non italico come il Vezzosi che pare essere in "conflitto d' interesse" rispetto alla recente scoperta del' "Arcangelo Gabriele" visto che trattasi della più antica opera di Leonardo, addirittura precedente al disegno del “Paesaggio con fiume” del 1473, che quarda caso dovrebbe andare in mostra per qualche tempo proprio a Vinci nel Museo Virtuale dove ritroviamo il medesimo Alessandro Vezzosi che si è espresso in maniera temeraria visto che non conosce l' opera avendola a malapena intravista sui media.e asseverandosi alle Fakr News provenienti da oltre Manica in proditorio danno del' Arcangelo Gabriele del 1471.
A proposito delle Fake News che si stanno facendo circolare a riguardo bisona essere consapevoli di quanto il Prof. Dario Braga, Director of the Institute of Advanced Studies The University of Bologna, insegna: «Sapere è importante, anche per cercare quello che non si sa». Lo ricordo spesso ai miei studenti. Siccome non si può sapere tutto, lo studio deve servire anche per orientarsi tra le fonti di informazione. Serve per porre le domande giuste e per valutare la attendibilità delle risposte. Serve, in altre parole, per stabilire la “veridicità” delle fonti di informazione vuoi che si tratti di libri di testo, di pubblicazioni o del mare magnum della rete. Impresa complessa in questi tempi di sistematica demolizione – quando non di demonizzazione – delle fonti di informazione ritenute “ufficiali” (e tra queste ci sono ormai anche gli insegnanti di ogni ordine e grado). Delegittimare le fonti delle informazioni è un modo per tagliare il collegamento tra ciò che è falso e ciò che è vero.
E così succede che opinioni su temi come vaccini, terapie, alimenti, tecnologie, ma anche storia, economia, psicologia e diritto vengano confuse con le informazioni contenute in testi, manuali, e pubblicazioni scientifiche. Straordinario equivoco dei nostri tempi, estensione aberrante del concetto «l’opinione di Tizio vale quanto quella di Sempronio». Non importa se Tizio ha studiato per anni quella materia, e magari la insegna anche, mentre Sempronio si è formato sui “social” o ascoltando qualche amico che nella vita si occupa di tutt’altro.
La “veridicità” delle fonti è sempre più incerta e non solo per colpa dei social network. È il dogma stesso della credibilità delle pubblicazioni scientifiche, fondamenta dello scambio pubblico di saperi e di conoscenze acquisite mediante la ricerca, che si sta progressivamente sgretolando.
Non è più sufficiente dire «questi dati sono stati pubblicati su questo o quel giornale scientifico» per dare autorevolezza a un risultato (e magari chiudere la bocca a qualche ciarlatano). Non basta più.
La moltiplicazione di riviste scientifiche online (i così detti predatory journal) che offrono – pagando s’intende – rapida pubblicazione in una miriade di settori è diventata la nuova peste della letteratura scientifica. Chi opera nella ricerca riceve quotidianamente richieste, più o meno allettanti, per pubblicare su questa o quella rivista open access dietro pagamento di un fee che può essere anche di qualche migliaio di euro. È sufficiente una pagina web un po’ smart e un editorial board più o meno fasullo e il gioco è fatto. Con questi canali è molto facile che nella letteratura entrino risultati falsi, duplicati o artefatti, dal momento che spesso non vengono valutati da esperti (il famoso peer review). .
Con all’incirca 4mila predatory journal che offrono la possibilità di pubblicare senza controllo risultati falsi o duplicati in modo semi automatico, il concetto di “verità scientifica” rischia di perdere qualsiasi significato. Risultati finti o copiati, pubblicati su finte riviste scientifiche e magari persino discussi in finte conferenze (predatory conference, anche queste migliaia ogni anno), stanno trasformando la presunta / acclamata / conclamata democrazia della rete in una palude inquinata e piena di rifiuti tossici in cui è facile che i ricercatori onesti finiscano per affogare.
Tra i rischi che si corrono, oltre all’ovvia dequalificazione del patrimonio culturale a disposizione di tutti, c’è quello, non marginale, di spingere le comunità scientifiche a proteggersi rinchiudendosi in se stesse. Una sorta di ritorno al passato, quando le conoscenze erano condivise tra piccoli gruppi di scienziati e studiosi che le trasmettevano solo per appartenenza di scuola, riconoscendosi come pari, con buona pace della “democrazia della rete” e dell’open access.
Tornando a questioni più serie è pur vero che negli ultimi anni si è assistito a diverse scoperte eclatanti relative a Leonardo, che puntualmente hanno cagionato liti tra gli studiosi ed attribuzioni decisamente diivisive, se prova a chiedersi il perchè di tutto ciò! La risposta è scontata. infatti le attribuzioni vengono effettuate solo su base prettamente stilistica e perché, sempre più spesso, avvolte talii attribuzioni risultano essere un sotterfugio finalizzato a promuovere mostre, eventi e restauri sponsorizzati.
E' ovvio che alcune smentite sono frutto di mera gelosia da parte di chi è restato fuori dal grande circo mediatico; la storia dell' Arte si ritrova quindi banalizzata da chi è incapace di accettare nuovi protagonisti e nuove motivazioni che oggi fanno la loro parte nel panorama artistico contemporaneo.
In merito alle attribuzioni controverse potrebbe essere bastevole non trascurare gli esiti scientifici affidandoci sempre meno al solo "occhio" del critico d'arte coadiuvarlo con sofisticate tecnologie basate sulla identificazione tramite comparazione d' immagine esattamente le stesse in uso nelle polizie di tutto il mondo al fine di individuare un volto fra miliardi di esseri viventi, per comprenderci una specie di ricerca tramite immagini Gogle, semplice veloce ed infallibile.
A sorpresa di recente, in merito alla recente scoperta del "Arcangelo Gabriele" di Leonardo il "Cacciatore Vinciano" A. Vezzosi avrebbe dichiarato di condividere quanto detto da (Martin Kemp) che attribuisce attendibilità zero alla notizia.
Kemp e Vezzosi hanno un pugno di mosche in mano per cui si è adeguato facendo proprio il "negazionismo"ws in danno del dipinto e della autenticità dello stesso del inglese Martin Kemp che è il Re dei "Cacciatori Vinciani" con l' attenuante di essere inglese e non italico come il Vezzosi che pare essere in "conflitto d' interesse" rispetto alla recente scoperta del' "Arcangelo Gabriele" visto che trattasi della più antica opera di Leonardo, addirittura precedente al disegno del “Paesaggio con fiume” del 1473, che quarda caso dovrebbe andare in mostra per qualche tempo proprio a Vinci nel Museo Virtuale dove ritroviamo il medesimo Alessandro Vezzosi che si è espresso in maniera temeraria visto che non conosce l' opera avendola a malapena intravista sui media.e asseverandosi alle Fakr News provenienti da oltre Manica in proditorio danno del' Arcangelo Gabriele del 1471.
A proposito delle Fake News che si stanno facendo circolare a riguardo bisona essere consapevoli di quanto il Prof. Dario Braga, Director of the Institute of Advanced Studies The University of Bologna, insegna: «Sapere è importante, anche per cercare quello che non si sa». Lo ricordo spesso ai miei studenti. Siccome non si può sapere tutto, lo studio deve servire anche per orientarsi tra le fonti di informazione. Serve per porre le domande giuste e per valutare la attendibilità delle risposte. Serve, in altre parole, per stabilire la “veridicità” delle fonti di informazione vuoi che si tratti di libri di testo, di pubblicazioni o del mare magnum della rete. Impresa complessa in questi tempi di sistematica demolizione – quando non di demonizzazione – delle fonti di informazione ritenute “ufficiali” (e tra queste ci sono ormai anche gli insegnanti di ogni ordine e grado). Delegittimare le fonti delle informazioni è un modo per tagliare il collegamento tra ciò che è falso e ciò che è vero.
E così succede che opinioni su temi come vaccini, terapie, alimenti, tecnologie, ma anche storia, economia, psicologia e diritto vengano confuse con le informazioni contenute in testi, manuali, e pubblicazioni scientifiche. Straordinario equivoco dei nostri tempi, estensione aberrante del concetto «l’opinione di Tizio vale quanto quella di Sempronio». Non importa se Tizio ha studiato per anni quella materia, e magari la insegna anche, mentre Sempronio si è formato sui “social” o ascoltando qualche amico che nella vita si occupa di tutt’altro.
La “veridicità” delle fonti è sempre più incerta e non solo per colpa dei social network. È il dogma stesso della credibilità delle pubblicazioni scientifiche, fondamenta dello scambio pubblico di saperi e di conoscenze acquisite mediante la ricerca, che si sta progressivamente sgretolando.
Non è più sufficiente dire «questi dati sono stati pubblicati su questo o quel giornale scientifico» per dare autorevolezza a un risultato (e magari chiudere la bocca a qualche ciarlatano). Non basta più.
La moltiplicazione di riviste scientifiche online (i così detti predatory journal) che offrono – pagando s’intende – rapida pubblicazione in una miriade di settori è diventata la nuova peste della letteratura scientifica. Chi opera nella ricerca riceve quotidianamente richieste, più o meno allettanti, per pubblicare su questa o quella rivista open access dietro pagamento di un fee che può essere anche di qualche migliaio di euro. È sufficiente una pagina web un po’ smart e un editorial board più o meno fasullo e il gioco è fatto. Con questi canali è molto facile che nella letteratura entrino risultati falsi, duplicati o artefatti, dal momento che spesso non vengono valutati da esperti (il famoso peer review). .
Con all’incirca 4mila predatory journal che offrono la possibilità di pubblicare senza controllo risultati falsi o duplicati in modo semi automatico, il concetto di “verità scientifica” rischia di perdere qualsiasi significato. Risultati finti o copiati, pubblicati su finte riviste scientifiche e magari persino discussi in finte conferenze (predatory conference, anche queste migliaia ogni anno), stanno trasformando la presunta / acclamata / conclamata democrazia della rete in una palude inquinata e piena di rifiuti tossici in cui è facile che i ricercatori onesti finiscano per affogare.
Tra i rischi che si corrono, oltre all’ovvia dequalificazione del patrimonio culturale a disposizione di tutti, c’è quello, non marginale, di spingere le comunità scientifiche a proteggersi rinchiudendosi in se stesse. Una sorta di ritorno al passato, quando le conoscenze erano condivise tra piccoli gruppi di scienziati e studiosi che le trasmettevano solo per appartenenza di scuola, riconoscendosi come pari, con buona pace della “democrazia della rete” e dell’open access.
Anteprima Mondiale a Sorratento, il 15 Marzo prossimo viene presentata la prestigiosa medaglia celebrativa di Leonardo da Vinci che diffusa sul mercato mondiale in preparazione del 500° anniversario della morte del grande genio italiano. .
Oltre alla sua eccezionale bellezza e magia determinata dal fatto che essa racchiude l' azione di Leonardo, il volto è il suo Arcangelo Gabriele, la sua sigla LDV, la data 1471, mentre sul rovescio si può ammirare il magico retro della sua piastrella e la stessa firma, da Vinci Lionardo esistente sulla mandibola dell' Arcangelo i cui capelli, una vera e propria cascata, altro non sono che la trasposizione dei suoi studi sul movimento delle acque da esso poi rriportato nei suoi codici.
La medaglia ha una spessa placcatura d'oro 24 carati, la tiratura è limitata, il suo diametro è è di 28 millimetri con spessore di due, il suo peso è di sette grammi
据说这个理论是在他想要代表女性的乔孔达·莱昂纳多的绘画中,在他的第一幅画中,他将在大天使加百列的衣服中表现出来。
事实上,这个理论不仅是他的自画像所突出的相似性的结果,而且也是对“Eterna Vernice”的体裁和人体测量学的研究“在他的”绘画论“中描述的一种技术。